Abbiamo il potere di cambiare la nostra Storia!

Le cinque ferite dell’anima e come guarirle. Ho appena terminato il libro di Lise Bourbeau che ti consiglio vivamente di leggere per poter lasciare andare e proseguire senza un bagaglio di dolore o traumi.

Ti lascio il link qui sotto per comodità:

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Ognuno di noi ha un bagaglio di emozioni, di ferite e di traumi che porta avanti con sé . Guardiamo la vita di altri pensando che questi vivano una vita perfetta, mentre ciò che ci arriva è la superficie di ciò che loro vivono.

Non siamo fatti per avere sempre gioia o tristezza nella vita, perché tutto è impermanente e tutto è destinato a cambiare. (lo dice anche Ecktar Tolle nel suo libro “il potere di adesso” di cui parlo nel mio blog). Non giudicare gli altri per i dolori o per le loro esperienze, perché ognuno di noi è stato più o meno ferito nell’anima.

Le 5 ferite più importanti sono:

1- RIFIUTO.

Le caratteristiche della ferita da rifiuto sono:

  • trauma tipico con il genitore dello stesso sesso che ha il compito di insegnarci ad amare e ricevere amore;
  • adotta la maschera del fuggitivo (è un corpo che non vuole creare troppo spazio, perché cercherà nella vita di occupare il meno possibile);
  • più la ferita è forte e più la persona attirerà situazioni che la fanno sentire ferita.
  • si fa piccolo nella sedia e nasconde i piedi sotto le scorce,
  • il corpo appare contratto, striminzito, smilzo o frammentato;
  • gli occhi sono piccoli ed ha una espressione di paura, proprio come se avesse una maschera intorno agli occhi;
  • quando comunica dice di non valere nulla, di nullità, inesistenza, scomparire;
  • è una persona distaccata dalle cose materiale, perfezionista, intellettuale, passa attraverso fasi di grande amore ed odio per persone e cose; non crede di avere il diritto di esistere; ha difficoltà sessuali. Si crede uno zero assoluto, senza valore, Cerca la solitudine. Fugge da persone e situazioni ed ha la capacità di rendersi invisibile. Trova vari modi per fuggire, si esilia anche sul piano astrale. Crede di non essere compreso da alcuno e non lascia vivere il suo bambino interiore.
  • la sua massima paura è l’ansia ed il panico;
  • Alimentazione: emozioni o paura gli tolgono l’appetito. Mangia porzioni piccole e rifugge in droghe e zuccheri. E’ predisposto all’anoressia.
  • Possibili malattie: pelle, diarrea, aritmia, cancro (per rabbia e sofferenza negli anni), problemi respiratori, vomito, allergie, svenimenti, coma, ipoglicemia, diabete, depressione con intenti suicidi, psicosi.
  • quando balla si muove molto poco;
  • ha una macchina scura che passa inosservata;

Noi rimproveriamo agli altri tutto ciò che non vogliamo vedere in noi

2- ABBANDONO.

  • ferita che si esprime con il genitore del sesso opposto;
  • adotta la maschera del dipendente affettivo;
  • sprofonda nella sedia e si tiene sempre a qualcosa di vicino;
  • il corpo risulta allungato, sottile, ipotonico, floscio, gambe deboli, schiena curva, braccia che sembrano troppo lunghe e pendono, parti del corpo flaccide,
  • gli occhi sono grandi e tristi;
  • lo sguardo è magnetico;
  • il vocabolario è ricco di queste parole “assente”, “solo”, “non reggo”, “mi mangiano”, “mi stanno col fiato sul collo”;
  • il carattere è vittimistico, ematico, ha bisogno di presenza ed attenzione, sopratutto di sostegno (non lo chiede perché ha bisogno di ascoltare, in quanto vuole essere rassicurato e sapere di avere un supporto), chiede consigli che poi non necessariamente segue. La voce è infantile, ha difficoltà a sentirsi dire di no ( in quanto equivale a ripetere la ferita), attira pietà, piange facilmente, è triste, un giorno è allegro ed un altro è triste. Si aggrappa anche fisicamente agli altri (mentre il fuggitivo si siede facendo sparire i piedi, come ad elevarsi e poter volare via, il dipendente cerca sempre un appoggio su sedie o persone); è sensitivo, vuole essere protagonista per stare al centro dell’attenzione e sentire finalmente di essere importante; nello stesso tempo vuole l’indipendenza perché costituisce la maschera di una sicurezza che non gli appartiene; gli piace il sesso come elemento della propria concretezza;
  • la massima paura è la solitudine;
  • il dipendente è una buona forchetta, tende ad essere bulinino, gli piacciono gli alimenti morbidi e mangia lentamente;
  • le patologie riguardano la schiena, l’asma, l’agorafobia, le ghiandole surrenali, la depressione, l’isterie, le malattie rare ed incurabili che meritano particolare attenzione, miopia perché teme il distacco e l’assenza ed è un modo di non vedere il distacco.
  • cerca balli che prevedono il contatto fisico;
  • ha una vettura confortevole;

3 – UMILIAZIONE.

  • E’ un dramma vissuto di solito col genero che si è occupato della sua crescita e sviluppo fisico che di solito è la madre;
  • la maschera è quella del masochista.
  • si siede a gambe larghe;
  • Il corpo appare tondo grasso, non tanto alto, collo grosso e rigonfio, tensioni al collo ed alla gola, alle mascelle e pelvi; ha un visto rotondo ed aperto;
  • gli occhi sono grandi, rotondi, innocenti come quelli di un bambino;
  • le parole che usa spesso sono “degno, indegno, suffisso “ino” tipo maialino o “one” come “pasticcione”. Drammatizza molto; un incidente assume proporzioni gigantesche;
  • si vergogna di sé e degli altri, ha paura che gli altri si vergognino di lui. Non gli piace andare in fretta. Conosce le proprie necessità, ma non le ascolta. Si fa carico di troppe cose. Mantiene il controllo di tutto per evitare la vergogna. Si crede sudicio, un porcello, infimo rispetto agli altri. Fa del suo meglio per non essere libero, perché la libertà gli dà umiliazione e quindi si rende responsabile della cura di altri o situazioni continuamente, che lo rendono “prigioniero ” di quella situazione. La libertà gli provoca il senso e la paura di straripare. Gioca a fare la mamma. E’ ipersensibile, punisce sé stesso, credendo di punire l’altro, Cerca di fare di tutto per sentirsi degno, facendo gesta che lo fanno sempre tendere ad una responsabilità eccessiva. Prova un senso di disgusto per sé o cose immorali. Prova vergogna sul piano sessuale, ma è naturalmente una persona sensuale che non ascolta i suoi bisogni sessuali che compensa con il cibo.
  • Gli piace svolgere il ruolo del salvatore;
  • ama molto ballare come elemento per esprimere la sensualità;
  • ha una macchina piccola, dove si sente contenuto

Fino a che continuiamo ad avercela con i nostri genitori, le relazioni con le persone dello stesso sesso saranno difficili.

4- TRADIMENTO

  • La ferita si sviluppa col genitore dello stesso sesso. Le cause sono la violazione della fiducia od aspettative non corrisposte nella connessione dell’amore. La conseguenza è la manipolazione.
  • La maschera è quella del controllore.
  • Il corpo esibisce forza e potere: nell’uomo spalle più larghe delle anche, nella donna ventre rotondo;
  • si siede inclinando il busto all’indietro, con braccia incrociate,
  • lo sguardo è seducente ed intenso e coglie tutto con uno sguardo;
  • la comunicazione che usa spesso è “sono dissociato”, sono capace, lasciami fare, lo sapevo, fidati di me, non mi fido di lui;
  • carattere; si crede molto responsabile o forte; cerca di essere speciale o importante, non mantiene impegni o promesse o si sforza di mantenerli, pur attuando azioni in controtendenza. Mente facilmente ed è abile manipolare. E’ un seduttore, ha molte aspettative e sbalzi di muore, E’ convinto di avere ragione e cerca di portare gli altri allo stesso convincimento. E’ impaziente e d intollerante. Quando comprende una situazione, agisce rapidamente. E’ in grado di dare ottime prestazioni per farsi notare. E’ u commediante e si confida con grandi difficoltà. Non mostra la propria vulnerabilità. E’ scettico ed ha paura del disimpegno da parte degli altri verso di sè.
  • La sua massima paura è sentirsi dissociato da una persona, la separazione ed il rinnegamento;
  • Ha buon appetito, mangia rapidamente, aggiunge sale e spezie ed è in grado di controllarsi quando è occupato, ma poi recupera quando non ha nulla da fare.
  • Le possibile malattie sono quelle del controllo agorafobia spasmofilia, l’apparato digerente, l’herpes e tutte quelle che terminano col suffisso “ite”.
  • E’ un rinnegatole : per lui venire rinnegato è come essere tradito, ma non si rende conto che spesso elimina le persone dalla vita ed usa spesso il termine “non voglio più saperne di nulla di…”
  • balla per sedurre;
  • cerca auto potenti per farsi notare;

E’ importante ricordare che non è ciò che vivi che ti fa soffrire, bene’ la reazione a ciò che vivi, a cause delle ferite non guarite.

5. INGIUSTIZIA.

  • La ferita riguarda il genitore dello stesso sesso, rispetto al quale gli sono state richieste doti di prestazione elevate o lo ha portato a dover essere perfetto.
  • La maschera è quella della persona rigida;
  • il corpo appare diritto, rigido, ben proporzionato, natiche rotonde, vita piccola stretta da abiti o cinture, movimenti rigidi, pelle chiara, collo rigido, portamento fiero e diritto;
  • lo sguardo è luminoso e vivace, chiaro;
  • carattere: perfezionista, invidioso, taglia i ponti con il uso sentire. Incrocia spesso le braccia. Dà prestazioni che mirano alla perfezione. Molte volte è troppo ottimista. Vivace e dinamico. Si giustifica spesso. Ha difficoltò a chiedere aiuto. Non ride o nasconde la sua sensibilità. Ha un tono di voce secco e rigido. Trova ingiusto ricevere meno o più di altri. Non rispetta i propri limiti e chiede troppo a sé stesso. Si tiene sotto controllo Ama l’ordine. Raramente si ammala ed è duro con il proprio corpo. Tende ad essere collerico e freddo. Ha difficoltà di mostrare il suo affetto. Gli piace avere un aspetto attraente;
  • La sua più grande paura è la freddezza delle persone;
  • preferisce alimenti salati rispetto al dipendente che invece ama quel dolci. Rispetto al masochista ama tutto ciò che è croccante. Si giustifica e prova vergogna se perde il controllo;
  • Le possibili malattie sono l’esaurimento nervoso professionale, l’anorgamia nella donna, l’eiaculazione precoce o impotenza nell’uomo, la tendinite, la borrite, l’artrite, il torcicollo, la stitichezza, le emorroidi, i crampi, la circolazione, problemi epatici, varici e pelle, nervosismo, insonnia e problemi della vista.
  • Non è il parlare con sé stessi che ci fa convincere di meritare qualcosa, ma è l’accettazione, il vero sentire di aver compreso una cosa.
  • E’ importante farsi dire che è buono, che fa bene ciò che fa, è attratto dalla mobilità e quindi in questo modo spera di attirare il calore delle persone.
  • balla al ritmo giusto;
  • compra auto classiche;
  • si siede ben diritto e serra le gambe allineate al corpo.

Più l’essere umano ha paura e più attira verso di sé situazioni corrispondente alla paura.

COME GUARIRE LE FERITE E LASCIARE ANDARE?

Le fasi della guarigione sono 5:

1 accettazione.

2 compassione.

3 perdono.

4 dimentica.

5 trasforma.

A) Accettazione:

Anzitutto pensa al fatto che la ferita è dove nasce la vita: spesso un fiore nasce tra le crepe di una strada o la stessa nostra vita dal dolore del parto.

Occorre anzitutto avere una consapevolezza della storia della nostra memoria; di quando eravamo piccoli, di quando non ci sentivamo importi, o quando ci siamo sentiti messi da parte, umiliati, non compresi, non amati.

Sono cresciuta con una madre che inizialmente non mi ha accettata (perché nata molto tardi e non cercata) e poi ha voluto che fossi un modello preciso di persona che lei stessa avrebbe desiderato di essere; un papà che mi ha condotto fino ad un certo punto e poi non ne è stato capace, perché a sua volta lo hanno fatto crescere troppo in fretta e che ogni aprile partiva per tornare nella sua amata Sardegna, perché si sentiva morire in una Regione dove non si è mai sentito a casa ed io vivevo ogni anno la sua partenza con un forte dolore di abbandono, anche se lui avrebbe voluto che ci ricongiungessimo a lui nella sua terra e ci preparava sempre la casa per l’estate con tutto l’amore del mondo.

B) Compassione.

Cerca di comprendere se ciò che provi è una tua convinzione limitante o ciò che senti è reale ed è realmente avvenuto in quel modo.

Ora che ho letto il libro capisco che in realtà mia madre voleva solo il meglio per me, perché lei non ha avuto nulla e sperava di crescere una donna capace di vestirsi, crearsi un lavoro buono in società per essere economicamente indipendente e si creasse una famiglia amorevole con figli; mio papà, morto giovane, aveva solo capito di non riuscire più a vivere, dopo la pensione, in una terra dove non si era mai integrato e sentito accettato e sperava solo di riportare al sua famiglia nella sua casa di fronte al mare che ha costruito mattone per mattone.

Cerca di capire se ogni emozione o sensazione è vera oppure è stata ingigantita nel tempo come un alibi e cerca di essere veramente oggettiva sul tuo dolore, traumi e ferite.

L’ego crede sempre di prendere la strada più facile, ma in realtà ci complica la vita. Quando è l’intelligenza a dirigere la nostra vita all’inizio può sembrare una cosa difficile perché richiede un certo sforzo, ma in realtà l’intelligenza ci semplifica di molto la vita.

Accettare significa il fatto che ciò che temi dagli altri e ciò che li rimproveri è qualcosa che anche tu fai agli altri.

Riconoscere una ferita significa sapere che sei tornato sulla terre per risolvere questo tipo i ferita e che il tuo ego voleva proteggere e per questo ti sei creato una maschera per alimentare la sofferenza.<

La fonte del nostro benessere è in ciò che siamo, in ciò che facciamo e non nei complimenti, nella gratitudine, nei riconoscimenti o nel sostegno proveniente da altri.

nessuna trasformazione è possibile senza accettazione, perché è il motore della tua guarigione.

C) perdono.

Cerca di vedere te stesso o i tuoi genitori come il tuo bambino interiore e cerca di comprendere ciò che è accaduto e perdona loro e te stesso.

La nostra vita è divina ed abbiamo il potere di perdonare che ci viene dato dall’universo e da Dio.

Sii capace di lasciare andare qualcosa che non è necessario che ti appartenga.

D) Dimentica.

Riscrivi la tua esperienza con altre parole e convinzioni e cerca di capire che cosa ti porti dietro da quella esperienza, salvo lo zaino di dolore.

La vita non è per forza perfetta o come avresti voluto fosse.

La tua vita è ciò che sei capace di creare oggi.

La guarigione implica di non perdere la lezione di vita. Metabolizza la tua ferita e rinasci dal trauma. Una cosa certa è che se sei capace di riconoscere. distaccarti, allora stai guarendo dalla situazione.

La gratitudine è certo un passaggio ed un mezzo, ma non il fine.

E) Trasforma.

Trasforma il tuo dolore e cerca l’amore in quelle che chiami ferite e cerca l’amore nella tua vita.

Lascia andare la zavorra di dolore e riscrivi la tua storia con amore rivedendo quei momenti in cui la tua storia si connota di felicità.

Convinciti di non essere il tuo dolore, ma che oggi sei una persona di un certo tipo, proprio per le esperienze che ti hanno caratterizzato.

Apri te stesso ad una nuova persona in grado di amare, perché è in grado di trasformare la sua sofferenza in nuove azioni, in nuove storie, in nuove condizioni che non si fanno più condizionare dal passato.

Cambia le tue parole: non mi sono mai sentita amata in sono una persona meritevole di amore e piena di amore per gli altri.

Scopri nuove prospettive e punto di forza di te forgiati dai traumi e dai dolori e potenziali per le tue vittorie, i tuoi sogni e vivere relazioni felici, partendo proprio da ciò che sai che fa male, facendo del bene.

Se i tuoi genitori sono ancora vivi, risvolti con loro aspetti irrisolti: mio fratello prima di morire lo ha fatto e rispetto a tutti i rimpianti, questa era una delle cose gli dava pace. Mi impegno a fare lo stesso con mia madre ed a trasformare le mie zavorre, in ali leggere per volare lontano.

In conclusione:

Chiediti cosa ti ha portato questa esperienza ed in che cosa sei più forte e migliore per tutte le zavorre che hai sopportato!

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